Intervista a Michaela Veverkova
In attesa del suo arrivo in Italia, per il corso “Functional assessment and treatment approach according to Lewit – Scuola di Praga”, abbiamo deciso di intervistare Michaela Veverkova, per saggiare e conoscere il suo putno di vista sulla riabilitazione, venendo lei da un altro contesto lavorativo (vive e lavora a Praga).
Anche nell’ottica di conoscere le realtà extra-Italiane, come già visto nell’Articolo Sul Lavoro negli USA, è interessante prendere spunti e idee per migliorare la visione fisioterapica.
-Ciao, Michaela Veverkova, ben trovata parlaci un po’ di te (dove lavori, da quanti anni svolgi la tua professione, quale è la tua formazione professionale)
Sin dal 1993 dopo essermi laureata come fisioterapista ho sempre lavorato nell’ambito della formazione Universitaria Post-Graduate ed oggi sono Docente presso il Dipartimento di Medicina Riabilitativa della Charles University di Praga.
Lavoro inoltre come Fisioterapista presso il dipartimento di Medicina Riabilitativa dell’Ospedale di Vinohrady a Praga.
Riguardo la mia formazione professionale dopo aver frequentato la Facoltà di Educazione Fisica e Sport presso l’Università Charles di Praga ho anche conseguito la Laurea in Terapia Fisica e Riabilitazione e successivamente svolto numeri corsi di specializzazione in particolar modo con il Prof. Lewit e il Prof. Janda con i quali ho avuto l’onore di lavorare e collaborare giornalmente per diversi anni.
–Non conosciamo la tua età, sei giovane e ti trovi tra due generazioni di Fisioterapisti: quelli che nascono come massaggiatori , e quelli moderni che invece hanno tante frecce al loro arco per affrontare e risolvere molte patologie.
Raccontaci questo passaggio…
Non penso che i miei colleghi in passato abbiamo utilizzato principalmente massaggi nella loro pratica lavorativa. Per esempio io ho studiato tecniche di Stimolazione Sensoro-Motorie direttamente dall’autrice di questa tecnica già tantissimi anni fa e già a quel tempo raramente l’ho vista utilizzare massaggi per trattare i suoi pazienti.
Il Prof. Janda ha creato il primo Dipartimento di Fisioterapia presso l’Ospedale Vinohrady nel 1970. E’ stato un seguace del Prof. Kamil Henner (1895-1967) il fondatore della Scuola Ceca di Neurologia. Tutto cominciò da lui. Il Prof. Henner è stato il mentore del Prof. Janda e del Prof. Lewit e questo è stato il vero inizio di quella che oggi è conosciuta come la Scuola di Riabilitazione di Praga. Negli ultimi 10 anni l’approccio al paziente è cambiato molto e ancora sta cambiando. Oggi si comincia a dare maggiore importanza al movimento e quindi si dedica più tempo ad insegnare ai pazienti quando ma sopratutto come muoversi nel modo corretto.
Quando visito i miei pazienti comincio sempre con la valutazione per poi scegliere quale trattamento utilizzare per ognuno di loro. Avere a disposizione più frecce al mio arco mi permette di utlizzare il trattamento più appropriato per ogni specifco paziente al quale poi fa segutio la scelta della corretta attività fisica che il paziente deve svolgere a casa al fine di consolidare i risultati ottenuti durante il trattamento.
-Quando hai deciso di diventare un docente per il tuo metodo e cosa ti ha spinto a farlo?
Non ho avuto altra scelta! Ho cominciato a lavorare insieme al Prof. Janda nell’Istituto di Formazione post-graduate dove la docenza fa parte del lavoro. Sono stata molto fortunata in quanto in pratica ho avuto la possibilità di formarmi nell’Approccio Funzionale del Prof. Janda sin dalla sua creazione.
Il mio incontro con il Prof. Lewit è invece avvenuto all’Università e la mia formazione nel suo Approccio è terminata nel 1995. Nel 2008 poi ho iniziato ad insegnare il suo metodo nei corsi di Medicina Manuale organizzati dall’Istituto di Formazione post-graduate
-Molti in Fisioterapia tendono a tenere per se, le proprie conoscenze e competenze.. Tu invece no.. ci spieghi il motivo?
Come ho detto sono cresciuta professionalmente studiando e lavorando inizialmente accanto al Prof. Janda e successivamente al Prof. Karel Lewit. La condivisione delle informazioni per entrambi era una prerogativa della loro attività lavorativa. Ciò significa che per me è normale condividere ora le mie conoscenze.
-In cosa ti differenzi rispetto ad altri approcci (più o meno tutte le metodiche danno dei risultati, la tua cosa offre di più rispetto ad altre?
Posso dire che il Functional Approach è una sorta di approccio olistico che ti fornisce le competenze necessarie per individuare in modo rapido e preciso la causa del problema di cui il paziente si lamenta e risolverlo in modo altrettanto veloce.
-Immaginiamo una giornata tipica di Michaela…Tratti tutti i tuoi pazienti con il tuo approccio, oppure integri altre metodiche o strumenti?
Quando mi trovo a studio a trattare i miei pazienti inizio sempre con una valutazione funzionale e in base ai risultati che ottengo scelgo le tecniche più appropriate e indicate per il singolo paziente.
-Nella tua pratica quotidiana utilizzi elettromedicali, e se si, quali reputi indispensabili per il tuo lavoro?
Non utilizzo alcun elettromedicale. So che è un peccato ma purtroppo recentemente non ho avuto molto tempo a disposizione da dedicare allo studio dei mezzi fisici di ultima generazione come la tecarterapia o la laserterapia. Spero di poterlo fare in futuro…
–Se tu avessi un figlio che si è appena laureato, come lo consiglieresti, per diventare un ottimo terapista?
Innanzitutto gli ricorderei sempre un paio di motti del Prof. Lewit: “Colui che tratta l’area del dolore è perso!” e “Quando premi troppo forte quello che senti sono le tue dita. Le tue dita sono i tuoi occhi per cui non premere troppo su di loro!”
Inoltre gli consiglierei di continuare a studiare e rimanere sempre aperto a nuovi approcci.
-Quali sono i corsi che andrebbero assolutamente svolti, e in quale ordine?
Sicuramente il corso del Prof. Janda e quello del Prof. Lewit. Dopo aver studiato questi approcci tutto quello che viene dopo è molto più semplice in quanto si comincia a rinoscere le connessioni funzionali all’interno del corpo e questa è per me la chiave della mia esperienza lavorativa.
–Secondo te come evolverà la fisioterapia nei prossimi anni e quali saranno le nuove frontiere?
Onestamente non lo so. Forse un giorno qualcuno scoprirà la pillola magica che curerà tutti i mali fisici perchè in fondo questo è il desiderio di tutti i pazienti.
Grazie per la disponibilità
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David Di Segni
Fisioterapista – Posturologo Specializzato nella cura del dolore cronico senza uso di Farmaci, che opera nel campo ortopedico presso studio Mdm Fisioterapia di Roma dal 2003. Iscritto all’albo con N. 2096 della sezione di Roma. Biografia completa.