Intervista a Valerio Palmerini
Oggi Abbiamo il piacere di poter intervistare Valerio Palmerini,Fisioterapista specializzato nei disturbi dell’articolazione Temporo- Mandibolare.
Valerio rappresenta il prototipo del Fisioterapista moderno, che per passione ha deciso di specializzarsi in un sottocampo della Riabilitazione, riuscendo a imporre le proprie idee e tecniche tanto da diventare un docente tra i più quotati in questa branca della fisioterapia.
–Ciao Valerio, ben trovato, parlaci un po’ di te (dove lavori, da quanti anni svolgi la professione, quale è la tua formazione professionale)
Ciao David, ben trovato! Sono un po’ timido nel parlare di me, per cui spero di cavarmela bene. Romano e laureato alla sapienza con una tesi sulle disfunzioni cranio cervicali del neonato, sono fisioterapista da quasi 15 anni, metà dei quali passati all’ estero per completare la mia formazione. Sono stato a Lione, al Centre des Massues e da Madame Nicette Sergueef per affinare le mie conoscenze sul trattamento della colonna e del cranio del neonato. Da lì poi il salto in Olanda: mi dividevo fra Amsterdam e Utrecht per lavorare fianco a fianco con due grandi maestri della cranio cervico mandibolare come Anton De Wijer e Corinne Visscher.
Ricordo con affetto anche il periodo inglese, a Londra, da Andrè Hedger. Facevo su e giù con l’Italia, per completare nel frattempo il percorso formativo con Mariano Rocabado oltre che per prendere la laurea specialistica. Insomma…sono stati anni con la valigia sempre pronta e piena di libri su cranio e ATM!
Ho anche collaborato con l’Università Sapienza per 6 anni, presso il dipartimento di Chirurgia maxillo facciale col prof. Cascone, presso il dipartimento dei disordini ATM della clinica odontoiatrica col prof. Di Paolo e al centro cefalee con la prof.sa Cerbo.
Sono ora libero professionista e da poco sono stato incluso nell’equipe di ricerca multidisciplinare sulla Central Sensitization diretta dal prof. Cervigni, all’ Ospedale Gemelli di Roma.
–Non conosciamo la tua età, ma sei giovane, per cui ti trovi in una condizione molto favorevole per i nuovi approcci riabilitativi, rispetto a quelli “Vecchi” dei colleghi che hanno dalla loro tanta esperienza, ma approcci non nuovissimi…
Raccontaci questo passaggio, in cosa si differenzia il tuo approccio riabilitativo:
Grazie per il “sei giovane”, David! Ho 37 anni, sono del 1978. Credo che il mio approccio si differenzi più che altro nel fatto che i miei principali interlocutori sono i chirurghi maxillo facciali, gli odontoiatri e i neurologi che si occupano di cefalea, senza dimenticare le logopediste o gli optometristi. Per cui (forse) di “nuovo” c’è dunque un coinvolgimento multidisciplinare maggiore rispetto ad altri ambiti fisioterapici oltre a un’attenzione “anglosassone” al protocollo e alle EBM riabilitative disponibile.
-Quando hai deciso di diventare un docente per il tuo metodo e cosa ti ha spinto a farlo?
Mi hanno spinto due persone che hanno creduto in me e mi hanno dato la cosiddetta chance: una è Paola Colonnelli, fisioterapista che per prima mi ha iniziato ai disordini dell’ATM, l’altra è Laura Cremona, direttrice di Newmaster che puntò su di me in tempi non sospetti. A loro va tutta la mia riconoscenza.
-Molti in Fisioterapia tendono a tenere per se, le proprie conoscenze e competenze..Tu invece no..ci spieghi il motivo?
E’ la patologia in sé che lo richiede: la cefalea è il terzo problema più riferito al mondo, mentre di disordine temporomandibolare soffrono (secondo stime recenti) il 12% delle persone. Un numero impressionante di persone con un problema invalidante, ma che trovano con difficolta approcci terapeutici adeguati (oltre che essere troppo spesso schiave di farmaci e/o conseguire alterazioni della vita affettiva, relazionale e sociale).
–Cosa è per te la riabilitazione dell’articolazione temporo mandibolare? In cosa consiste e a chi si rivolge? Quale è il campo di applicazione?
La riabilitazione dell’articolazione temporo mandibolare è parte fondamentale per un più efficace e globale approccio a un problema cranio cervico mandibolare, che può andare dal mal di testa alle vertigini, dagli acufeni a dolore recidivante del collo o arrivare a influenzare la postura generale del corpo. Una volta compresa l’ATM nella sua patofisiologia e a seguito di valutazione validata e ben calibrata, la riabilitazione abbraccia 4 fondamentali tasselli:
- Esercizi e tecniche di rieducazione articolare e propriocettiva delle ATM
- Terapia manuale cranio cervicale
- Release miofasciale
- Home exercise programme ed educazione del paziente
Questo approccio può/deve arricchirsi e avvalersi di proposte terapeutiche miofunzionali (in collaborazione col logopedista) e di terapia oculomotoria (insieme agli optometristi). La Riabilitazione Cranio Cervico mandibolare si rivolge in primis a tutti i pazienti portatori di bite, di ortodonzia e post chirugia maxillo facciale, ma trova ampio campo di applicazione in tutti quei pazienti con mal di testa, con cervicalgia persistente o con dolori al viso
-In cosa ti differenzi rispetto ad altri approcci (più o meno tutte le metodiche danno dei risultati, la tua cosa offre di più rispetto ad altre?
Non è questione di differenze, ma di completamento. Infatti ATM è argomento poco trattato sia nei corsi di Laurea sia in tante metodiche. Per questo, migliorare le conoscenze sull’ATM (e sul sistema craniocervicomandibolare in generale) può offrire al terapista opzioni straordinarie, sia in termini terapeutici sia commerciali
-Immaginiamo una giornata tipica di Valerio…Tratti tutti i tuoi pazienti con il tuo metodo, oppure integri altre metodiche o strumenti?
Le mie giornate a studio sono tutte con persone con disordine temporomandibolare o mal di testa ( a queste vanno aggiunti i tanti neonati con plagiocefalia che seguo). Tutto il mio lavoro è “manuale”. Può capitare di utilizzare il laser a bassa intensità su articolazioni temporomandibolari particolarmente infiammate. Eppoi come detto integro tantissimo grazie al lavoro di equipe, condividendo il paziente secondo le necessità con i miei collaboratori specialisti ( postura, logopedia, terapia miofasciale, optometria, gnatologia, ecc ecc), ognuno secondo le sue competenze.
–Se tu avessi un figlio che si è appena laureato, come lo consiglieresti, per diventare un ottimo terapista?
Gli direi “Esci e va fuori all’estero, va a conoscere quante più realtà e va a vedere quanti più approcci “live in practise” (e non soltanto raccontati in un corso). E col tempo, di specializzarsi in un settore ben specifico della riabilitazione
-Quali sono i corsi che andrebbero assolutamente svolti, e in quale ordine?
In ambito riabilitativo generale la scelta dipende dalle aspirazioni e circostanze lavorative del terapista. Se invece parliamo di riabilitazione craniocervicomandibolare, mi sento di suggerire due corsi aperti ai fisioterapisti: valutazione e terapia miofunzionale con Pasqualina Andretta e quello sull’ influenza del sistema visivo nelle disfunzioni posturali con Luca Giannelli.
–Secondo te come evolverà la fisioterapia nei prossimi anni e quali saranno le nuove frontiere?
Come già accade all’estero, prevarrà la multidisciplinarietà e ogni terapista avrà una sua competenza specifica e d’eccellenza. Insomma, specialisti che lavorano in equipe. A ognuno il suo ruolo con al centro la salute del paziente.
Ti ringraziamo, Valerio per la disponibilità, sperando che possa essere di aiuto per tanti colleghi questa chiacchierata
David Di Segni
Fisioterapista – Posturologo Specializzato nella cura del dolore cronico senza uso di Farmaci, che opera nel campo ortopedico presso studio Mdm Fisioterapia di Roma dal 2003. Iscritto all’albo con N. 2096 della sezione di Roma. Biografia completa.